Dieci autori

Con questo articolo, inauguro una nuova sezione del blog, che ho intitolato “Oltre il testo” ossia cosa vi è al di là della pura storia narrativa, in particolar modo quali sono i riferimenti, le citazioni e le idee che hanno popolato la struttura di ogni scritto, dando un senso generale ad esso e all’intera opera in cui è collocato.

Quanto scritto è relativo ai testi di narrativa del primo ciclo di ventuno libri.

Questo primo articolo rende omaggio agli scrittori, e non poteva essere che questo l’inizio, visto che la scrittura inizia e finisce su se stessa.

Vi è da dire che i dieci autori esposti non sono necessariamente i miei preferiti o i più importanti in assoluto (vi sono delle dimenticanze enormi in tal senso), ma quelli che sono richiamati nei vari scritti e la cui conoscenza completa la comprensione del testo medesimo.

Se qualche lettore possedesse già tali conoscenze, avrà sicuramente trovato delle corrispondenze e si sarà già posto il problema di andare “oltre” il semplice testo narrativo, chiedendosi cosa celano le varie storie e quale sia il significato tra le righe e che si voleva trasmettere.

Gli autori saranno presentati in ordine alfabetico per cognome.

1) CHARLES BAUDELAIRE

Dal mio punto di vista, è il precursore di almeno settant’anni di spirito europeo che, dalla metà dell’Ottocento, si esaurisce nelle trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il racconto di storie “maledette” o di personaggi marginali, la rottura degli schemi precedenti in termini lessicali e di forma.

Non vi è uno scritto particolare in cui si ritrovano accenni a Baudelaire, tranne forse in “Parole perse”.

Il testo per antonomasia di questo autore è dato da “I fiori del male”.

2) ALBERT CAMUS

Il libro a cui faccio spesso riferimento è “La peste”, in particolar modo nei romanzi “Tre sorelle”, “La necessaria fatalità di un’ora” e  “Le vite ritrovate”.

Un testo dirompente nella sua semplicità misto ad un’aura di fatalismo che introduce l’esistenza del singolo in rapporto ai grandi avvenimenti della Storia.

3) GABRIEL GARCIA MARQUEZ

La costruzione di una città “ideale ed immaginaria” e di varie generazioni che si sono susseguite con la sua evoluzione è alla base del romanzo “Cento anni di solitudine”, la cui ambientazione sudamericana è un altro punto di contatto con “Il ragazzo che suonava il sax”, non a caso ambientato in un luogo inventato e costruito dai protagonisti.

Sempre dal medesimo romanzo, ho tratto l’idea di un sapere antico tramandato da generazioni passate e che porta alla “follia” (in particolar modo, in una storia di  “Le vite ritrovate”.)

4) HERMAN HESSE

Il prototipo del racconto filosofico ed allegorico di “Siddhartha” o “Narciso e Boccadoro”, trova lo sbocco in “I respiri di un’anima”.

Dalle medesime opere di Hesse, unitamente a “Il lupo della steppa”, si possono trarre spunti per alcuni passaggi “simbolici” di “Parole perse”.

5) JAMES JOYCE

In quasi tutti i miei scritti ritorna spesso il riferimento a Joyce, principalmente per quanto concerne “Ulisse”, il mito ad esso associato e rielaborato e l’uso del tempo nelle varie parti del romanzo.

Il finale di “Vite erranti” è una trasposizione del monologo interiore di Molly Bloom.

6) GIACOMO LEOPARDI

Un altro autore che ritorna in modo costante è Giacomo Leopardi, ma non tanto per la sua poetica, quanto per alcune citazioni particolari dei “Canti” e delle “Operette morali”.

Da queste ultime, invito a leggere con particolare attenzione il dialogo tra Tristano e un amico e il dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggero.

7) THOMAS MANN

L’autore che, con i suoi scritti, incarna perfettamente il passaggio tra Ottocento e Novecento in Europa e che, quindi, è di particolare interesse per la linea cronologica e l’ambientazione dei miei scritti.

Sono infiniti i riferimenti a Thomas Mann, in particolar modo per quanto concerne il concetto di decadenza, arte e bellezza, presente sia ne “I Buddenbrook” sia nel racconto “Tristano”.

Le vicende descritte nei miei scritti che sono legate, in qualche modo, alla Germania del periodo nazista non possono che sposare l’idea di fondo del “Doctor Faustus”, del quale è anche fondamentale il rapporto tra scrittura e musica.

Ma se devo scegliere un testo altamente rappresentativo è “La montagna incantata” in quanto è un romanzo sul tempo (come lo è l’Ulisse di Joyce e la Recherche di Proust, ed è proprio il tempo il vero protagonista di tutti i miei scritti).

8) MARCEL PROUST

Come appena anticipato, uno dei tre libri fondamentali è la Recherche di Proust, anche se a dire il vero non si tratta di un libro solo, ma di sette libri (come gli ultimi miei sette scritti di narrativa che formano un ciclo completo).

Allo stesso modo, il titolo dell’ultimo libro  “Le vite ritrovate”. è una traslitterazione de “Il tempo ritrovato”, ultimo della Recherche e, come dico più volte, la mia non è una ricerca, ma una riscoperta.

I libri della Recherche sono i seguenti.

9) ARTHUR RIMBAUD

Le citazioni delle poesie di Rimbaud sono disseminate un po’ ovunque, specie in “La necessaria fatalità di un’ora”, nella quale ho voluto sottolineare la precarietà dell’esistenza tramite chi non ha mai organicamente strutturato un’opera e che si è dedicato alla letteratura in modo furente e discontinuo.

Consiglio questa raccolta di poesie di Rimbaud.

10) ANTOINE DE SAINT-EXUPERY

Può sembrare strano che inserisca questo autore, famoso per “Il piccolo principe”, da sempre considerato come un libro per ragazzi.

Ciò ha un duplice senso. Il primo, in quanto il libro è molto più profondo di quello che può apparire (e invito tutti a rileggerlo da adulti) dando libero spazio ad allegorie e simbolismi.

Il secondo invece è dovuto al fatto che, come dice l’autore stesso, “tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”.

E invece dovremmo ricordarlo sempre, come fa Olivier Desmoulins nel momento della sua fine in  “Le vite ritrovate”., laddove le immagini nitide sono quelle della sua infanzia e di ciò che ha imparato in quel periodo incantato della vita.

Oltre a questi autori, ve ne sono molti altri le cui citazioni e riferimenti sono sparsi nei vari scritti.

Catullo (Poesie)

Dante Alighieri (La divina commedia)

Johann Wolfgang Goethe (I dolori del giovane Werther)

Ugo Foscolo (Ultime lettere di Jacopo Ortis)

Anton Cechov (Tre sorelle + Il giardino dei ciliegi)

Fedor Dostoevskij (Il giocatore)

Lev Tolstoj (La morte di Ivan Ilic, Guerra e pace)

Henrik Ibsen (La signora del mare)

Emile Zola (Germinal, L’ammazzatoio)

Edmond Rostand (Cyrano de Bergerac)

Stephane Mallarmé (Poesie e prose)

Giuseppe Ungaretti (Vita d’un uomo)

Georg Trakl (Le poesie)

Vladimir Majakovskij (Poesie)

Federico Garcia Lorca (Romancero gitano)

Ernest Hemingway (Per chi suona la campana)

Cesare Pavese (La bella estate)

Umberto Eco (Il nome della rosa)