Dieci personaggi sportivi

Rispetto a quanto detto finora, può sembrare che lo sport sia un evento secondario e che non abbia importanza nel corso della “grande Storia”.

Non potremmo essere più lontani dalla verità.

Alcuni eventi sportivi, compiuti da precise persone in un preciso istante, rimangono come memoria collettiva di un popolo o di una generazione e pertanto sono elementi caratterizzanti molto più di altri argomenti.

Per miei interessi personali, ho inserito, nei miei scritti, sportivi di cinque sport: ciclismo, pugilato, atletica, nuoto e calcio.

Seguiamo questo ordine logico.

1) FAUSTO COPPI

Come non citare “il campionissimo”? Come non accostare di fronte alle imprese sportive, i fatti tragici che lo caratterizzano come un eroe del mito greco?

Dalla partecipazione alla guerra, alla morte del fratello, fino alla relazione con la Dama Bianca, osteggiata dalla bigotta società del tempo, e alla morte?

La figura di Fausto Coppi è richiamata spesso in vari scritti, come simbolo massimo del ciclismo.

2) GINO BARTALI

Non è possibile citare il primo senza il secondo e viceversa. Due campioni che, se non fosse sopravvenuta la guerra, avrebbero vinto un numero di competizioni tuttora ineguagliabili.

Due uomini diversi, ma in fondo così simili per origini, tragedie e scelte.

Anche la figura di Bartali ritorna spesso nei miei scritti.

3) PRIMO CARNERA

Il primo campione del mondo dei pesi massimi di nazionalità italiana, in un periodo molto complicato (durante il ventennio fascista e con gli Stati Uniti alle prese con la crisi dovuta alla Grande Depressione).

È stato un simbolo per molti italo-americani e come tale lo ho inserito nei miei scritti.

4) MUHAMMAD ALI’

Forse il più grande pugile di ogni tempo, sicuramente il più grande personaggio che ha calcato il ring. Famosi i suoi discorsi e le sue frasi, nonché la presa di posizione contro la guerra in Vietnam che, praticamente, gli spezzò la carriera, trasformandolo in un simbolo per la lotta per i diritti civili.

In modo scontato, ho riportato due flash tra i più significativi della sua immensa carriera. Le olimpiadi di Roma e l’incontro con Foreman (“The rumble in the jungle”).

5) JESSE OWENS

Quattro medaglie d’oro durante le stesse Olimpiadi. Basterebbe questo. Ma se lo fai nel 1936, a Berlino, di fronte al Nazismo che esaltava la razza ariana e tu sei di colore (e quindi considerato inferiore), ecco che l’opera assume contorni eccezionali.

Tale da sovvertire la trama (che qualcuno voleva già scrivere in anticipo) di “Olimpia”, il lungometraggio documentaristico di Leni Riefenstahl.

6) EMIL ZATOPEK

Il primo grande simbolo della disciplina atletica per eccellenza, la maratona, unitamente alle gare di mezzofondo.

La locomotiva umana, così era soprannominato, sopravvive nell’immaginario collettivo ben oltre la propria carriera, grazie alla sua famosa “tabella”, ossia il modo di correre una maratona per vincere, con passaggi intermedi da rispettare alla perfezione.

7) ABEBE BIKILA

Ci voleva una persona scalza per distruggere la tabella Zatopek, con lo sfondo Roma e i fori Imperiali. Una sorpresa mondiale e un modo per rifarsi di un continente considerato “inferiore”, colonizzato, depauperato, sfruttato, ecco che la strada restituisce il risultato perfetto.

8) MICHAEL PHELPS

Dovendo scegliere un nuotatore, avrei potuto anche fare altri pensieri.

Perché non Mark Spitz o la “nostra” Federica Pellegrini?

La risposta è banale. Dovevo inserire qualche riferimento allo sport delle Olimpiadi di Sydney 2000 e allora quale migliore occasione per celebrare uno dei più grandi nuotatori di sempre che a Sydney non ha vinto nulla ma che, a 15 anni, aveva già stabilito un record proprio lì?

A dire il vero, sono citati altri nuotatori che hanno partecipato alle Olimpiadi di Sydney, tra cui Ian Thorpe e Massimiliano Rosolino.

9) ALFREDO DI STEFANO

Perché cito Di Stefano e non Pelé o Maradona?

A dire il vero, nei miei scritti ci sono riferimenti anche a Pelé e Maradona (e Roberto Baggio!), ma mi piace ricordare Di Stefano, spesso dimenticato in quanto vivente in un’epoca non coperta da riprese televisive.

Mettiamola così, cinque Coppe dei Campioni consecutive vinte (e furono “solo” cinque visto che prima non vi era quella competizione).

10) ITALIA – GERMANIA 4-3

L’ultimo personaggio sportivo non è una singola persona, ma due intere squadre.

Italiani e tedeschi che diedero vita alla “partita del secolo”, durante il Mondiale di Calcio del 1970.

Partita tatticamente “folle”, almeno nei supplementari e che probabilmente ci costò la vittoria finale, ma che consacrò per sempre l’emozione e lo spettacolo.

Non è un caso se ne “Il ragazzo che suonava il sax” compare questa partita (nel medesimo romanzo comparivano Pelè e Di Stefano) e se, da quanto successo durante i festeggiamenti, nasce una nuova vita nel romanzo “Vittime e carnefici”.

Come per le altre categorie presentate, nei vari scritti sono presenti molti più riferimenti rispetto ai dieci qui citati.