Dieci registi
Come fatto in precedenza per gli autori, farò qui un elenco di registi citati nei vari testi.
Il cinema è una componente fondamentale della mia scrittura, avendo immaginato e concepito molti personaggi e molte storie come vere e proprie scene cinematografiche.
Vi è da dire che i registi (e i film) citati sono molti più di quanto elencato di seguito e che esso non è esaustivo dei miei gusti e delle mie preferenze.
Anche in questo caso procederò per ordine alfabetico per cognome.
1) INGMAR BERGMAN
Della sterminata filmografia del regista svedese, il film citato spesso nei miei scritti è “Il settimo sigillo”, il quale si eleva a fulcro centrale del libro “I respiri di un’anima” proprio per il rapporto tra il senso della vita e la sua limitatezza.
2) CHARLIE CHAPLIN
A mio avviso, uno dei primi geni assoluti che combinava doti registiche e doti di interpretazione diretta.
Per la comprensione dei miei scritti, fondamentali sono “Tempi moderni” e, soprattutto, “Il grande dittatore”, ricordati in particolare in “La mia generazione” e “Tre sorelle”.
3) FRANCIS FORD COPPOLA
I film cult di questo regista richiamati in vari romanzi sono “Il padrino”, “Il padrino parte seconda” e “Apocalypse now”.
In particolare, si possono trovare notevoli convergenze in “Il ragazzo che suonava il sax” e in “La mia generazione”, avendo voluto descrivere determinati ambienti legati alla criminalità e alle conseguenze della guerra in Vietnam.
4) FLORIAN HENCKEL VON DONNESMARCK
Ogni mio scritto contenente un esplicito riferimento alla Germania, specie se con uno sfondo storico dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, non può che essere influenzato da due film di questo regista ambientati in tale paese.
“Opera senza autore” e “Le vite degli altri” trovano accenni sia in “La mia generazione” sia in “Tre sorelle”, ma sicuramente il romanzo più impattato è “La grande illusione”, proprio per la scelta di voler ambientare la prima parte di esso a Berlino.
5) KRZYSZTOF KIESLOWSKI
È il regista centrale a cui sono dedicati maggiormente i richiami e i rimandi dei miei scritti.
Vi sono almeno tre grandi tematiche che sono state riprese.
La prima è relativa ai numeri.
Kieslowski ha posto al centro dei suoi film il numero dieci con il “Decalogo” e il numero tre con la trilogia dei colori (Film Blu, Film Bianco e Film Rosso). Questi numeri sono ripresi nella struttura dei miei scritti come ho già fatto notare qui.
La seconda tematica riguarda i colori della trilogia, esplicitamente ricordati nei primi tre racconti di “Vite erranti”, nonché la struttura narrativa di rimandi e interconnessioni (quanti sono i personaggi che si “salvano” alla fine della Trilogia dal naufragio e quanti sono gli avventori al bar di Montecarlo descritto nell’opera?).
La terza tematica riguarda la Provvidenza, esplicitata nella Trilogia dall’evento iniziale e finale (un incidente) e nel Decalogo dalla figura onnipresente di uno spettatore non protagonista.
È proprio la Provvidenza il significato principale dei miei sette scritti finali, quelli dove compare Olivier Desmoulins, la cui figura “provvidenziale” è svelata solo in “Le vite ritrovate” (che, non a caso, chiude il cerchio).
Kieslowski è dunque onnipresente in ogni singolo scritto, ad iniziare da “Parole perse” fino all’ultima pagina di “Le vite ritrovate”.
Si vedrà più avanti che ritroveremo anche la musica della Trilogia, in particolare di Film Blu.
Vi sono dei riferimenti anche per il film a metà tra il Decalogo e la Trilogia ossia “La doppia vita di Veronica”.
6) SERGIO LEONE
Del regista italiano, noto principalmente per i film western, in realtà l’opera a mio avviso più imponente e rappresentativa è “C’era una volta in America.”
Non è un caso se ho inserito lo spartito e alcune citazioni di questo film in “La necessaria fatalità di un’ora”, soprattutto in relazione al concetto di “tempo”.
Così come nelle citazioni letterarie ho dato ampio spazio ai romanzi sul tempo, anche nel cinema ho fatto altrettanto.
7) ERNST LUBITSCH
Per gli argomenti trattati, gli attori (in particolare, l’attrice principale) e la datazione, il film di riferimento è “Ninotchka”, ricordato in particolare nel romanzo “Tre sorelle”, laddove il cinema ha più ampio spazio come sfondo della trama.
8) JOHN MILIUS
Sia in un racconto di “La mia generazione” sia nel romanzo “Il ragazzo che suonava il sax” ritornano i due argomenti principali del film “Un mercoledì da leoni”, ossia la giovinezza (e il surf) e la guerra in Vietnam. Qualche spunto del film vi è anche in “Parole perse”.
9) QUENTIN TARANTINO
L’opera più famosa, nonché la più eminente, è ovviamente “Pulp Fiction”, con alcune citazioni e traduzioni in “Parole perse” e con una struttura narrativa logica similare che si può trovare in “La mia generazione”.
10) PETER WEIR
Di questo regista, il film “generazionale” che ha profondamente segnato una moltitudine di giovani nei primi anni Novanta è “L’attimo fuggente”, del quale sono presenti citazioni e riferimenti in vari scritti (in particolare in “Vittime e carnefici”).
Oltre a questi registi, ve ne sono altri molti altri le cui citazioni e riferimenti sono sparsi nei vari scritti.
Tra di essi, vi sono:
Jean Renoir (La grande illusione)
Luchino Visconti (Ludwig)
Federico Fellini (Amarcord)
Michelangelo Antonioni (Zabriskie Point)
Ettore Scola (Una giornata particolare)
Marco Bellocchio (Buongiorno, notte)
Mario Martone (Noi credevamo)
Marco Tullio Giordana (Romanzo di una strage)
Paolo Sorrentino (Il divo)
Sydney Pollack (I tre giorni del condor)
Richard Linklater (Prima dell’alba)
Dennis Hopper (Easy rider)
Woody Allen (Midnight in Paris)
Walter Salles (I diari della motocicletta)
Alejandro Gonzalez Inarritu (Babel)
Nikita Sergeevič Michalkov (Oci ciornie)
Emil Kusturica (Gatto nero gatto bianco)
Bill August (Treno di notte per Lisbona)
Roland Joffé (Mission)
Pedro Almodovar (Volver)
Yojiro Takita (Departures)
Kim-ki Duk (Primavera estate autunno inverno e ancora primavera)
In aggiunta, sono citati attori quali Greta Garbo, Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, Clark Gable.